QUANDO IL PRIMO CAPITOLO FA SCHIFO – Parte 2: come scrivere un inizio efficace
- mirandaspencer184
- 27 dic 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 10 gen 2022

L'inizio è ciò che cattura l'attenzione di un estraneo e lo trascina attraverso le prime pagine del vostro libro. Il problema è che le prime pagine sono le più difficili da scrivere.
Come lettori, siamo più propensi ad abbandonare la lettura di un libro all'inizio, quando non abbiamo ancora investito tempo e fatica.
Perciò io trovo utile tenere a mente questi aspetti quando scrivo:
1) CONSIDERATE IL PRIMO CAPITOLO COME SE FOSSE UN RACCONTO BREVE
È una cosa che ho imparato a fare per ogni capitolo: considerarlo come il racconto di una scena in cui avviene un cambiamento. Lo immagino come una micro-struttura in tre atti con un inizio, uno svolgimento in cui avviene qualcosa, una fine dove c'è una variazione nell'interiorità del protagonista.
Fare qualcosa di simile in un primo capitolo è molto più complicato.
In un racconto breve si dovrebbe scrivere in circa tre-quattromila parole tutto ciò che serve sapere sul personaggio, sulla sua interiorità e sul contesto. Già solo trovare l'incipit e l'aggancio giusto richiede almeno due mesi di sedute dallo psicologo. Se poi ci carichiamo anche l'aspettativa che si crea intorno al fatto che da quelle prime pagine dipende la decisione del lettore di cestinare o meno l'intero romanzo... boom! DPTS assicurato.
→ Trovate quel momento nella vita del protagonista in cui accade qualcosa e attraverso la sua reazione mostrate al lettore alcune caratteristiche della personalità del personaggio. Non date troppe informazioni - nel primo capitolo spesso capita di sovraccaricare – ma mostrate ciò che voi per primi trovate interessante del personaggio che state presentando.
Dobbiamo riuscire a dare un'immagine sintetica, ma specifica del personaggio: chi è, cosa è importante per lui, in che contesto si muove. Stop.
Siate il più lineari possibili, ed evitate i flashback e le informazioni poco utili alla scena.
2) FLIRTARE COL LETTORE
Mentre cercavo di capire come uscire dall'impasse del primo capitolo, ricordo di aver ascoltato una ragazza che parlava di quanto gli inizi di molte storie siano noiosi e banali. Il primo capitolo dovrebbe essere come flirtare col lettore, diceva, mostrandogli qualcosa che lo intrighi, lo diverta, accenda la sua curiosità.
Alcuni scrittori, per immergere il lettore nella normalità del protagonista, nelle prime pagine descrivono lo svegliarsi del protagonista, colazione, lavaggio dei denti, andare al lavoro, cenare, guardarsi allo specchio, tutte azioni che il lettore medio fa ogni giorno.
Attenzione, potete anche usare questi espedienti, ma a patto che succeda qualcosa di unico che renda l'evento degno di essere raccontato.
La colazione va bene se siete su Tatooine e prendete del latte blu di Bantha, che è di sicuro diverso da caffè e biscotti; o se l'andare al lavoro in un mondo distopico prevede qualcosa di più interessante della descrizione di come si prende un bus o si guida un'auto, e rende l'idea di qual è la normalità per il protagonista.
Ma se il protagonista – al momento Sconosciuto X di cui non so niente e non me ne può fregare di meno – si sveglia, fa colazione, prende l'auto per andare al lavoro... perché dovrebbe interessarmi leggere cose che so già come funzionano?
→ Mostrate ciò che è importante per il protagonista, stabilite in che modo vive attraverso la sua visione del mondo, non attraverso cliché che conosciamo già e affossano la trama.
Se avete qualcosa di eccitante, divertente, unico e arguto da raccontare, fatelo ora e catturate l'attenzione del lettore.
Fatelo andare pure al lavoro in auto, ma bucategli una gomma; mandatelo a prendere un caffè e fategli dimenticate il portafoglio; fategli fare una doccia e finisce l'acqua. Date a Sconosciuto X un piccolo problema che ci faccia vedere di che pasta è fatto.
3) CREATE UN PERSONAGGIO TRIDIMENSIONALE
Non è la trama che muove i personaggi, ma sono i personaggi che muovono la trama.
Sempre.
→ La storia non è ciò che accade, ma come ciò che accade ha effetto e trasforma i personaggi. Perciò la trama da sola non basta, perché senza personaggi unici e tridimensionali, la storia non funziona.
Ciò che fa vivere un personaggio è la costruzione delle sue paure, dei suoi desideri, delle credenze errate (nate nel passato) che creano dei conflitti dentro di lui e lo fanno lottare contro ciò che gli accade.
→ Le false credenze del protagonista → guidano le motivazioni → che guidano verso obiettivi → che muovono la trama.
Alcuni scrittori si preoccupano della trama e al massimo degli obiettivi del personaggio, ma non dei motivi che lo spingono a fare una certa scelta (in genere è comodo per la trama se un personaggio sceglie in un modo piuttosto che in un altro) o delle credenze che stanno dietro a quelle motivazioni.
È questo meccanismo che rende una trama avvincente, non quante volte il protagonista sopravvive alle catastrofi che fate accadere.
4) CREATE IL CONFLITTO
Nessuno vuole leggere 300 pagine dove al protagonista va tutto bene, sempre. Vogliamo qualcuno che venga fuori dalle difficoltà più forte. Ecco perché la trama da sola non basta.
E come si fa? Col conflitto interno.
Chiedetevi cosa vuole il protagonista, cosa lo renderebbe felice, cosa lo rende insoddisfatto e quale paura lo frena dal fare ciò che crede lo renderebbe felice. Tutte queste cose creano ciò che il protagonista pensa di sé e del mondo che lo circonda, anche se spesso è una visione distorta o travisata che non rende la sua esistenza davvero appagante.
Le idee nella sua testa sono quelle che chiamiamo false credenze (che poi, dopo l'avvento di una causa scatenante che mette in moto gli eventi, si andranno a modificare, ma questo è un altro aspetto).
Questa visione deve essere ovvia per il lettore sin dal primo capitolo. Sta poi a voi non spiattellare tutto, ma accennare, suggerire, lasciare piccole briciole. Se svelate il cuore del conflitto interno già nelle prime pagine, poi non avrete niente con cui tenere la tensione durante i capitoli successivi e l'emozione calerà: si sa già dov'è l'inghippo, non c'è nulla da scoprire.
Partite invece da piccoli conflitti che aiutino a vedere chi è il protagonista, la sua visione del mondo, il suo carattere. Fate in modo che si scontri con un problema quotidiano, es. arrivare in ritardo al lavoro, fallire un test, essere trascinato in giro da amici quando vorrebbe fare altro, essere coinvolto in una rissa; e poi mostrate come si muove nelle difficoltà CON la visione (le false credenze) che ha del mondo.
→ Il punto è: mostrate il conflitto interno del protagonista, le sue emozioni, e avrete l'attenzione del lettore. Quando sappiamo perché importa al protagonista, sappiamo perché potrebbe importare al lettore.
5) NON FATE ERRORI GRAMMATICALI O DI BATTITURA
Vi prego, non fateli.
Ho visto cose che voi umani...
Gli errori scappano a tutti. È normale. Perciò assicuratevi di farne il meno possibile. Nessuno sarebbe ancora meglio.
Leggete, rileggete e rileggete ancora.
Vale ovviamente per tutto il romanzo, ma in special modo per le prime pagine. Non fate scappare il lettore perché avete sbagliato la costruzione di una frase o i tempi verbali. Usate il correttore del vostro programma di scrittura, investite in un libro di grammatica, leggete Elementi di stile nella scrittura di William Strunk e consultatelo. Non c'è niente di peggio di una buona storia scritta con i piedi.


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