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Immagine del redattoremirandaspencer184

Per chi stai scrivendo davvero?



Si inizia con le parole.

No.

Si inizia con voi. Prima ancora della trama, dei personaggi, delle tecniche e dei problemi.

Se scrivete solo per voi e non avete alcuna intenzione di far leggere ad altri ciò che mettete su carta, perfetto, va benissimo, saltate pure questo articolo. Ammiro chi riesce a vivere la propria arte in modo intimo.

Per me è più difficile, ho sempre sognato di fare la scrittrice. Perciò ammetto che, anche quando scrivevo solo per me, era difficile non pensare: “Se qualcuno dovesse leggere questo pezzo, lo capirebbe? Si emozionerebbe? Oppure è un casino e devo stralciare tutto?”


Diciamo che esistono due modi per scrivere una storia: la create per voi stessi o la create per gli altri.

In entrambi i casi nasce dal cuore, ma nel secondo caso la strutturerete dalla prospettiva dell'altro ed è probabile che vi chiederete di continuo cosa troverebbe interessante il lettore, cosa lo terrebbe incollato alle pagine, desiderate che le persone amino la vostra storia. Questo rischia di pasticciare la trama e i personaggi, perché non vi muoverete in base a ciò che vi piace, ma farete scelte narrative con lo scopo di far piacere ad altri la vostra storia. É uno slittare di prospettiva e fa una differenza enorme.

Quando create per voi, tutto questo non ha importanza. O ha un'importanza relativa.

Volete scrivere qualcosa di bello e non importa se per alcuni non lo sarà. Il motivo per cui scrivete è perché vi rende felici, perché non potete respirare senza, perché quando leggete la vostra storia vi emozionate. Se poi piace anche ad altri è un extra.


Ora, è ovvio che l'altro, il lettore, non può essere eliminato del tutto dall'equazione. Soprattutto se il nostro sogno è di essere pubblicati.

Stephen King, in On Writing, parla di Primo Lettore, la persona per cui immagina di scrivere la storia. Lui la identifica nella moglie Tabitha e pensa a come reagirebbe ad un passaggio della trama, ad un colpo di scena, ad una battuta.

Io preferisco pensare che il Primo Lettore sono io. Poi posso pensare al Secondo Lettore, cioè ogni altra persona che poserà gli occhi sulla mia storia. Ma arriva in seconda battuta o rischio di farmi influenzare dal giudizio dell'altro.

È il motivo per cui scrivo la bozza da sola, senza far leggere nulla a nessuno sinché non ho un'idea chiara di dove sto andando. Prima la storia deve convincermi, piacermi, emozionarmi. Solo io so perché quell'evento succede in quel punto e non prima o dopo, perché il personaggio reagisce in quel modo, perché la storia va in quella direzione e non in un'altra.

Certo, sino a che resta una bozza sono solo vostre farneticazioni, ma divertitevi a farneticare. C'è sempre la revisione per sistemare le cose.

Non sto dicendo che non dovete ascoltare le opinioni o i consigli di altre persone. Sono utili, magari hanno punti di vista interessanti su cui dovreste riflettere. Se sono professionisti meglio ancora del cugino della sorella dell'amica di uno che ha letto una poesia alle elementari e che sa di certo cosa deve fare il tuo personaggio a pagina 30.

Ascoltateli quando la storia sarà sedimentata e potrete decidere con consapevolezza se è il caso di fare o meno dei cambiamenti.

Ora, chiedetevi per chi state scrivendo davvero e chi state cercando di accontentare: voi o gli altri?

Bene, se avete le idee chiare, allora possiamo iniziare.





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